Il livello di disagio bioclimatico da calore dipende prevalentemente dall’associazione dei valori di temperatura e di umidità. In questa scheda sono presentati due esempi di condizioni di caldo davvero spinto, uno relativo ad un clima molto umido (Bangkok in Tailandia, 13,7° Nord) ed un altro a condizioni di forte aridità (Al-Wafra in Kuwait, 28,6° Nord).

I dati di base - valori giornalieri di temperature max e media e dell'umidità relativa media - sono ricavati dal sito spagnolo tutiempo.net (molto interessante; vi consiglio di visitarlo). Ho stimato l'umidità assoluta media dai valori medi della temperatura e dell’umidità relativa; come indice di calore ci si riferisce all’Humidex ­– si veda la scheda precedente sulla T “percepita” – e i calcoli sono fatti nell’ipotesi che la T max sia associabile all’umidità assoluta media.

 

Caldo umido: Bangkok (Tailandia)

L’esame dei valori giornalieri nel trimestre utilizzato come esempio mostra una T max (linea viola) quasi sempre compresa fra 35° e 37° ed associata ad un’umidità assoluta (linea azzurra, in hPa) elevatissima, tanto che in aprile e maggio il dato è abbondantemente al di sopra della soglia dei 30 hPa. Ne consegue che l’indice di calore Humidex (linea rossa) si mantiene costantemente intorno a 50, segnalando così un livello di disagio davvero estremo.

Per meglio apprezzare il significato di questi dati, si pensi che a Pisa in tutto il periodo 2001-2009 l’Humidex ha superato il limite di 45 in 12 occasioni (7 delle quali durante la famosa estate del 2003), mentre a Bangkok nei tre mesi in oggetto tale superamento è avvenuto 86 volte e addirittura in 20 giorni è stata oltrepassata la soglia dei 50. Si tratta quindi di un grado di stress bioclimatico che risulterebbe di certo eccessivo anche per  popolazioni come quelle mediterranee, pur acclimate quindi ad estati molto calde.

Caldo secco: Al-Wafra (Kuwait)

L’esame dei valori giornalieri nel trimestre utilizzato come esempio mostra una T max (linea viola) quasi sempre ben oltre i 40° con punte fino a 50°; questa situazione termica estrema è però associata ad un’umidità assoluta (linea azzurra, in hPa) bassissima, come naturale in un ambiente desertico: è infatti evidente dal grafico che, salvo qualche eccezione, il dato igrometrico è abbondantemente al di sotto della soglia dei 10 hPa. Ne consegue che l’indice di calore Humidex (linea rossa) si mantiene quasi costantemente un po’ al di sotto dei valori della T max, segnalando così un livello di disagio molto forte, ma comunque inferiore rispetto al precedente esempio di Bangkok (la media degli Humidex giornalieri è infatti di 44,4 contro 48,3).

Si tenga comunque presente che le valutazioni fatte sono ben applicabili ad ambienti riparati, nei quali cioè gli effetti del vento e della radiazione solare possono essere trascurati; se infatti ci si dovesse esporre al sole nelle ore centrali della giornata, l’azione della radiazione diretta sarebbe tale che il clima del deserto kuwaitiano risulterebbe di certo insopportabile.