Climatologia? Meglio lasciar perdere se non ne hai idea

8 settembre 2022

 

Nell’ambito della documentazione che l’ISTAT rende disponibile sul proprio sito ci sono anche delle serie storiche relative a svariate tematiche. Purtroppo, fra tali serie ve ne sono pure alcune di dati climatici. Perché dico “purtroppo”? Per il fatto che sono state evidentemente elaborate da persone che di climatologia non sanno praticamente nulla, per cui non sono in grado di orientarsi nel marasma dei dati italiani, pubblicando così anche dei numeri assurdi. Un ottimo esempio di tutto ciò è costituito dalla tabella delle precipitazioni annue 1950-2015 a Milano.

 

È sufficiente osservare il grafico che ho costruito con i dati in oggetto per capire che la serie è davvero sballata; l’andamento 1951-1985 è infatti incongruente con quello 1991-2014. In particolare, spicca il quinquennio 2003-2007 con valori annui sempre minori di 400 mm, per una media complessiva di 364.

L’andamento poli-secolare delle piogge nel capoluogo lombardo è stato studiato da Maugeri et al. grazie alle misurazioni effettuate nello storico osservatorio di Milano Brera (Maugeri, M., Buffoni L., Clistovsky F., 1995, “Osservazioni pluviometriche a Milano: ricostruzione delle precipitazioni mensili”, Acqua Aria, 549-560, 1995). Nel periodo 1764-2000 la piovosità media annua è risultata di circa 1000 mm, con una deviazione standard di 196; in effetti, dei 237 valori solo 5 ricadono all’esterno dell’intervallo 600-1400. Per quanto concerne gli anni siccitosi, si è scesi una sola volta al di sotto della soglia dei 600 mm: nell’eccezionale 1921, quando ne caddero soltanto 427.

Queste semplici statistiche ci fanno capire che una pioggia annua di 400 mm a Milano rappresenterebbe un evento davvero rarissimo. Cinque annate consecutive con cumulati inferiori a tale valore non sarebbero pertanto qualcosa di estremo, ma di pura fantascienza.

Il solito disastro dei dati italiani fa sì che sia complicato trovare in rete serie affidabili degli anni Duemila per il comprensorio milanese; comunque, nelle varie stazioni reperibili non c’è traccia dei valori di cui stiamo parlando a proposito del quinquennio 2003-2007. Secondo le rilevazioni fatte da Luigi Mariani col proprio pluviometro, gli anni in oggetto sono stati effettivamente assai asciutti rispetto alla norma, ma su un livello – come ovvio – nemmeno comparabile con quello della serie Istat, visto che la media quinquennale è di 746 mm, cioè oltre il doppio.

Di seguito alcune considerazioni sintetiche sulla questione.

·        La serie Istat deriva da misure a Milano Linate effettuate dall’ENAV (Ente Nazionale Assistenza al Volo). Non è difficile capire che il dato pluviometrico non è di interesse per l’Enav, per cui la validità scientifica delle loro misurazioni (di pioggia) è sovente penosa.

·        La pubblicazione dei dati climatici all’interno della sezione delle Serie Storiche Istat conferisce loro un certo grado di “ufficialità”, per cui qualunque utilizzatore non troppo preparato in materia è inevitabilmente portato a ritenere affidabili i valori.

·        Le serie sono sul sito ormai da alcuni anni. Come è capitato al sottoscritto, è estremamente probabile che anche altre persone che si occupano di climatologia le abbiano viste. Nessuno ha mai fatto alcuna osservazione, ad ennesima dimostrazione che nel nostro Paese può circolare qualsiasi statistica meteorologica folle, senza che la cosa interessi. Aspettiamo così che qualcuno ci racconti di una clamorosa siccità a Milano nei primi anni Duemila.