La difesa di Valencia dalle inondazioni del fiume Turia: un grande progetto ben riuscito

15 dicembre 2023

 

 

 

Uno degli aspetti precipui del tessuto urbano di Valencia è costituito dalla presenza di un parco che, come una lunga striscia verde, si snoda nel cuore della città per oltre 9 km di lunghezza. Questo parco nasce lungo quello che era il tracciato dell’alveo del fiume Turia, prima che il suo corso fosse spostato a sud, al fine di evitare che si ripetessero gravi episodi di alluvioni nell’abitato.

 

Storicamente Valencia ha sempre avuto seri problemi col fiume che l’attraversa, al punto che i documenti ufficiali attestano, nel periodo che va dall’anno 1321 al 1949, il verificarsi di ben 24 gravi eventi idraulici (1321, 1328, 1340, 1358, 1406, 1427, 1475, 1517, 1540, 1581, 1589, 1590, 1610, 1651, 1672, 1731, 1776, 1783, 1845, 1860, 1864, 1870, 1897, 1949). Nel 1957 poi l’ultimo gravissimo disastro – con enormi danni materiali e 81 vittime – che nella storia spagnola è ricordato come la “Gran riada de Valencia”.

 

Il 13 ottobre 1957, in buona parte del bacino si verificarono precipitazioni superiori a 300 mm (il massimo fu di 361 mm a Bejís, località però ricadente nel bacino del fiume Palancia, cioè al di fuori dalla zona drenata dal Turia); il giorno seguente le piogge continuarono apportando più di 100 mm. Si originarono due ondate di piena su Valencia, una prima con portata di picco di 2700 m³/s e una seconda, ancora più violenta, con picco di 3700 m³/s. Il capoluogo valenziano fu devastato, al punto che l’altezza dell’acqua arrivò in alcune strade a superare addirittura i 5 metri; oltre 5800 abitazioni risultarono distrutte (di seguito alcune immagini di quell’alluvione).

 

Una rapida verifica degli aspetti pluviometrici della zona in oggetto giustifica il perché dei problemi citati. La piovosità annua è piuttosto ridotta (452 mm come media del periodo 1938-2020, cioè circa la metà di quella di Pisa), ma caratterizzata da una consistente variabilità. A fronte di apporti complessivi contenuti, gli eventi di forte intensità appaiono però frequenti e di marcata entità; la serie dei massimi giornalieri presenta una media di 77,2 mm, con ben 23 annate oltre la soglia dei 100 mm e una punta estrema di 263. La geografia della regione può spiegare questi aspetti: a) posizione sul fronte orientale della penisola iberica (bassa piovosità); b) piccola pianura costiera interamente circondata da rilievi (fattori orografici in grado di produrre episodi di precipitazione intensa).

 

Dopo il disastro dell’ottobre 1957, si iniziò a pensare a un intervento che potesse liberare definitivamente la città dal pericolo idraulico. Dopo qualche anno, venne approvato e finanziato il “Plan Sur”, un progetto che prevedeva la deviazione totale del fiume a sud della città; lo Stato si assunse il 75% del costo totale, il Consiglio Comunale di Valencia il 20% e il Consiglio Provinciale il restante 5%. I lavori cominciarono nel 1964 e terminarono nel 1973, dando così vita a un nuovo alveo capace di una portata massima stimata in 5000 m3/s, tale quindi da garantire un’elevata sicurezza anche alle aree ora attraversate dal fiume.

 

Durante la realizzazione del progetto, le autorità avevano pensato di utilizzare la traccia del vecchio alveo per sviluppare un sistema autostradale che attraversasse il cuore della città. La popolazione si oppose però a questa idea, cosicché alla fine degli anni ’70 il Comune approvò una legislazione volta a trasformare il precedente tracciato del fiume in un parco urbano; nel 1982 venne allora incaricato Ricardo Bofill – uno dei più grandi nomi dell’architettura spagnola negli ultimi decenni – di creare un apposito piano regolatore.

 

Il progetto paesaggistico trattiene l’acqua nei punti chiave per ricordare la precedente presenza del Turia. Il parco si basa su figure geometriche che dall’asse longitudinale centrale definiscono le diverse zone e organizzano spazi e percorsi. I diversi recinti definiti da questa geometria e circondati dalla vegetazione sono stati trattati in diversi modi: un’area urbana con prati, alberi, fontane e stagni, percorsi da una pista ciclabile che collega gran parte della città, collegando strutture sportive e attrazioni culturali. Di seguito due immagini del parco, come appare oggi.